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FEMMINISMO IN EUROPA, I PRIMI ACCENNI

I PRIMI ACCENNI DEL FEMMINISMO IN EUROPA

capitolo III

Titolo originale del III capitolo è “ I primi accenni in Inghilterra, Italia, Francia e Germania ”, ma per rendere più agevole la lettura  verrà pubblicato in più riprese, partendo dallo studio del fenomeno in Inghilterra.

Paladina indiscussa del movimento anglosassone fu Mary Wollstonecraft ( 1739-1797 ), battagliera di primo piano, autrice del libro “Rivendicazione dei diritti della donna” ( 1792 ). “Solo l’ignoranza – scriveva – è la radice dell’inferiorità e dell’instabilità psichica delle donne” e, già agli albori dell’800, si prefiggeva l’obiettivo di collocare le istanze di liberazione e parità socio/politica femminili, nel contesto del più grande programma illuministico dei diritti dell’uomo. L’800 fu il secolo delle prime rivendicazioni delle donne, che facevano leva sul proprio ruolo nella famiglia, nell’economia e nella cultura. Esse rivendicavano i propri diritti: all’istruzione, al lavoro, alla disponibilità dei beni famigliari, al libero utilizzo del salario guadagnato, alla partecipazione alla vita politica e al voto. Si battevano per l’abolizione dell’autorizzazione maritale, per il riconoscimento della potestà sui propri figli, per la parità nel matrimonio, nella separazione e nel divorzio.

Wollstonecraft rifiutava il rifugio nella femminilità e lo riteneva solo un’ingannatoria gabbia dorata, che non avrebbe certo permesso l’emancipazione ma anzi avrebbe emarginato e subordinato ancora di più la donna. Al contrario, la femminista riconosceva solo nella ragione l’elemento vincente ed esortava le donne a rivolgersi all’altro sesso non più come amanti seducenti ma principalmente come mogli affettuose e madri razionali. Istruzione, diritti politici, responsabilità personale, parità economica, razionalità, virtù, libertà e felicità sono stati gli ideali della Wollstonecraft, che ha proposto, provocatoriamente, perfino una castità femminile, demistificatrice dei rapporti essenzialmente sessuali con l’uomo. Intelletto e virtù, erano per lei, inscindibili e solo una salda preparazione culturale avrebbe fornito la libertà. Basta con la superstizione di maghe, indovine, astrologhe e cartomanti! Niente più frivolezza o sentimentalismo, indotti dalla letteratura romanzesca e superficiale, tutti strumenti della tirannide maschile che relegava le donne in un limbo di fatuità. Ma nonostante il forte spirito innovatore, purtroppo alla fine, perfino lei cedette alla tradizione maschilista ed elitarista borghese, tanto da negare di proprio pugno il godimento dei diritti democratici alle classi subalterne. L’appartenenza di classe, in sostanza, le impedì di capire che la lotta per l’abbattimento di un sistema oppressivo trova la sua forza nel movimento degli oppressi. Ed il suo lavoro “Vindication”, spesso indicato all’origine del femminismo britannico, si colloca piuttosto nell’ambito ristretto del femminismo borghese, nella fase in cui rimane ancora a livello di esortazione morale, prima cioè che si delinei un movimento radicale dal basso, a cui le femministe rivoluzionarie faranno riferimento. Ciononostante, resta la donna più famosa della propria epoca, una brillante e ribelle anticonformista, diffamata per la sorprendente modernità delle proprie nozioni e capace di influenzare la neonata filosofia politica sulla donna, tanto in Europa quanto America. Il biografo Lyndall Gordon ne ha montato una grintosa difesa, dipingendo il ritratto di una straordinaria figura storica, avanti di molto rispetto alla propria generazione.

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L’attivista anglosassone ritratta giovanissima da Otto Scholderer (1883). Il titolo del dipinto è “ Youg girl reading ”.

 

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“ Vindication ” il libro di Mary Wollstonecraft

 

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La biografia della pensatrice, di Lyndall Gordon

 

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