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I MOVIMENTI FEMMINILI FANNO POLITICA

I MOVIMENTI FEMMINILI FANNO POLITICA

CAPITOLO IV ( II parte )

Tra una passeggiata, una risata, dei momenti di riflessione e tante chicchere io e Katiuscia, l’autrice del libro “Il Femminismo nel pensiero politico. Un saggio di storia dimenticata”, vi presentiamo il prosieguo del IV capitolo

IL FEMMINISMO POLITICO DELLA SECONDA METÀ DELL’800 SI CHIAMA ANNA KULISCIOFF

Con l’avvento del nuovo secolo cambiano i tempi, ed anche in seguito ai processi di inurbazione ed industrializzazione d’Europa e Stati Uniti, i moti rivoluzionari femminili assumono corpo e consistenza. Non solo le donne colte e altolocate, ma anche le operaie e le piccolo-borghesi vengono coinvolte nei movimenti socialista e femminista, che agiscono sempre più in forte collaborazione, animati da una specifica strategia comune. Si comincia a smorzare l’ondata maschilista, che sopisce gli istinti femminili rivoluzionari, e si rianima il femminismo propositivo che, uscendo dai salotti, passa dalle elaborazioni teoriche individuali ad un’organizzazione più solida.  Si moltiplicano ed acquistano incisività i giornali fondati e diretti dalle donne che divulgano idee, posizioni e propositi.

Paladina assoluta dell’emancipazione femminile fu Anna Kuliscioff (1855-1925), medico, anarchica e rivoluzionaria russa naturalizzata italiana.

Bellissima e dolce, la lunga treccia bionda, gli occhi cerulei che sembravano investigare l’anima dell’interlocutore, la figura minuta ed elegante, sempre vestita con cura, tra cappelli piumati e pizzi neri, sin dall’inizio della sua bruciante vicenda politica, la giovane russa somigliava più che ad una severa nichilista, all’eroina di un romanzo di Tolstoj. E in effetti aveva qualcosa di profondo in comune con la sua infelice omonima, la Karenina. Come lei – sebbene così diversa negli interessi, nelle attività e nelle scelte – malata d’amore, affetta da una nevrosi sentimentale che le dettava un bisogno d’affetto incolmabile, irrimediabile, che neanche la passione politica poté mai alleviare.

Durante una conferenza del 1897, in occasione dell’avvio del movimento femminile socialista, dichiarò che “Non è una condanna ad ogni costo dell’altro sesso che le donne domandano; esse aspirano anzi ad ottenere la cooperazione cosciente e attiva degli uomini migliori, di quanti si sono emancipati dai sentimenti basati sulla consuetudine, sui pregiudizi e sull’egoismo maschile. Chi osserva spassionatamente i fenomeni sociali moderni deve riconoscere che la condizione sociale della donna, questo elemento così importante della civiltà, è uno dei fenomeni più tristi in mezzo alle istituzioni moderne, è un residuo di un mondo intellettuale e morale che va scomparendo dovunque”.

Nata in Crimea e studentessa a Zurigo, girovagò parecchio, incontrando l’ostruzionismo della cosiddetta giustizia del tempo : espulsa per le proprie idee da Parigi, venne mandata a processo in Italia, con l’accusa di cospirazione anarchica. Alcuni mesi dopo una controllatissima libertà vigilata, fu di nuovo arrestata a Milano, dove cominciò ad avvicinarsi alle posizioni del socialismo, senza mai interrompere, tuttavia, le sue frequentazioni pericolose e le riunioni segrete, notturne, sempre pedinata per disposizione del Governo.

Sposò, nel frattempo, Andrea Costa, tra i promotori del socialismo e fondatore del giornale l’Avanti!  (1881), che lasciò dopo circa 10 anni. Sono molto belle le parole malinconiche dell’animo di Anna, che in quest’occasione scrisse “Tu cerchi in me il riposo, io in te la vita; tu non vuoi o non puoi capire che l’abbandono, la pienezza non sono che la conseguenza di una vita reciproca, piena di comprensione dei pensieri, dei sentimenti, delle aspirazioni. L’uomo non sente questo bisogno”  da Lettere d’amore ad Andrea Costa , Feltrinelli.

Con questo dolce commiato la Kuliscioff accusava Costa di essere un tradizionalista e un maschilista, che da un lato voleva trovare nella sua compagna sostegno e collaborazione fedeli, ma che desiderava vilmente dall’altro, una donna reclusa tra le pareti domestiche, e questo era intollerabile per lei, ereditiera dell’assoluta uguaglianza tra i sessi dai nichilisti russi.

Nell’autunno del 1882 Costa si presentò in una lista democratico-radicale e divenne il primo deputato socialista della storia d’Italia. Salvo una breve interruzione, dal 1893 al 1895, sedette in Parlamento fino alla morte.

Nel frattempo Anna tornò in Svizzera, dove frequentò la facoltà di Medicina, per poi trasferirsi a Napoli dove incontrò il suo grande amore Filippo Turati. Ma nemmeno questa nuova bella conoscenza le fece interrompere i contatti con gli anarchici né tantomeno la sua indefessa attività in favore degli esuli politici.

Nel 1888 la leader di partito si specializzò in Ginecologia e con la sua tesi scoprì l’origine batterica delle febbri puerperali, aprendo così la strada alla scoperta, che salverà milioni di donne dalla morte post-partum.

Per ulteriori notizie è possibile consultare on-line la fondazione omonima www.fondazioneannakuliscioff.it.

Il più famoso ritratto di Anna Kuliscioff

anna_kuliscioff_asmileplease

Sitografia

www.150anni.it

www.enciclopediadelledonne.it

i_movimenti_femminili_asmileplease_nadia_la_bella asmileplease_katiuscia_giubilei

e non potevano mancare degli scatti che rappresentano alcuni momenti passati in compagnia dell’autrice del libro, Katiuscia Giubilei

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